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apro solo se permesso !
Molti di voi ci stanno segnalando l'iniziativa #ioapro, vi ringraziamo, ma vi spieghiamo perché, salvo DPCM dell'ultimo momento che ci permetta di aprire legalmente,

Noi del LAGO NON aderiremo al #ioapro per la protesta.

Non perché non siamo in difficoltà, o perché non siamo solidali con tutti i nostri colleghi, anzi, noi non apriamo proprio per la ragione opposta!

Perché la nostra categoria non è rappresentata da una associazione forte che ci tuteli.

Perché se lo Stato emana una legge, noi la rispettiamo.
(In un mondo ideale ci aspetteremmo anche che vari misure idonee e repentine, nonché eque e magari anche su base meritocratica anziché distribuire ristori e contentini a casaccio, ma sarebbe chiedere troppo.)

Perché non abbiamo nessuna intenzione di passare dalla ragione al torto.
Non vogliamo dare appiglio a chi non vede l'ora di trovare un capro espiatorio qualsiasi.

Sopratutto perché noi abbiamo sempre seguito tutte le regole che ci hanno imposto:

Abbiamo sanificato il locale con ditta specializzata prima di riaprire il locale.

Abbiamo sanificato ogni cosa in continuazione (sanificare tra un servizio e un altro tavoli, sedie, oliere, paniere e sanitari, era la prassi anche prima, non una novità, ma farlo ogni volta che un cliente non pensandoci appoggiava le mani, o toccava qualcosa, è stato usurante).

Abbiamo speso migliaia di euro per adeguamenti in procedure e corsi di aggiornamento anti covid, guanti, mascherine, dispenser automatici di gel sanificante, spray disinfettanti, prodotti monouso per qualsiasi cosa, dal tovagliato al sale e olio.

Abbiamo ridotto la sala da 75 posti a 34, tutti regolarmente distanziati non superiori a 4 posti, e distanziando comunque fra loro i 4 commensali se non congiunti. (Perdendo anche clienti che non accettavano il distanziamento o i tavoli divisi.)

Abbiamo chiuso quando ci hanno detto di chiudere, a volte anche con 1 giorno e mezzo di preavviso.

Abbiamo aperto quando ci hanno detto di aprire. Lavorando il triplo per non affondare.

Abbiamo lavorato da subito per offrire un servizio a domicilio, con un sistema di ordine e pagamenti online per ridurre al minimo i contatti.

Abbiamo investito in attrezzatura e formazione per lavorare meglio anziché adagiarci e lamentarci.
Noi la nostra parte l'abbiamo fatta.
In questo periodo tutto è in vendita,
ma noi non vendiamo la nostra dignità.
Non daremo la possibilità di darci degli untori, quando ormai è ben chiaro che chiudere i locali nel periodo natalizio non ha fatto altro che peggiorare la situazione, perché la gente incosciente sarà incosciente sempre, almeno qui era nostro (ingrato) compito provare a contenerla ed imporre delle regole.
È sicuro che ci siano state feste e festini in giro (e per carità, lo capisco anche), dentro le case private e non solo, che non avendo nessun tipo di controllo non hanno fatto altro che danneggiare tutti, noi in primis, perchè saremo costretti ad altre restrizioni.
Non daremo la soddisfazione di farci fare una multa e magari farci chiudere il locale facendoci passare come impostori.
Perché noi, come la maggior parte di tutti i ristoratori (non tutti ovvio, le mele marce ci sono dappertutto), siamo persone oneste, che hanno impegnato la loro vita nella propria attività, rinunciando ad una vita “normale”, con lo scopo di farla fare agli altri. Anche la domenica e nei festivi, argomento che sta a cuore a tanti e che (per nostra fortuna!) ne discutono animatamente sui social mentre sono seduti da noi per il pranzo della domenica, il pranzo di Natale o di Pasqua.
Per nostra fortuna per tutti è normale andare al ristorante nei festivi, da sempre, e non è mai venuto in mente che anche lì dentro ci sono madri e padri di famiglia, figli, persone, che rinunciano a quelle giornate con sacrificio, ma volentieri, perché abbiamo sempre riconosciuto il valore del nostro lavoro, e soprattutto perché abbiamo sempre riconosciuto il semplice valore di poter lavorare!
Non vogliamo sussidi, vogliamo lavorare nel rispetto delle norme.
Quindi a tutela nostra e dei nostri dipendenti noi non faremo l’errore di passare dalla ragione al torto!
Il problema sono i ristoranti ed i bar? Forse alcuni sicuramente.
☞ 𝘼𝙡𝙡𝙤𝙧𝙖 𝙫𝙚𝙣𝙞𝙩𝙚 𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤𝙡𝙡𝙖𝙧𝙘𝙞.
Io passerei volentieri anche il vitto ad una forza dell'ordine sempre presente a far rispettare le norme. Ci toglierebbe l'impiccio di dover fare un lavoro non nostro ma che abbiamo dovuto nostro malgrado fare in questi mesi. I controllori.
Senza però l'autorità per farlo, e nel conflitto di interessi di doverci trovare a "sgridare" alcuni nostri clienti, cosa che già snatura quello che è il nostro lavoro, basato sull'accoglienza, e tanto più un un momento di oggettiva difficoltà. Vi assicuro che non è stato per nulla piacevole.
A chi rispetta le norme, una figura di controllo fissa non darebbe alcun fastidio. Lo darebbe solo a chi non lavora a modo.
Per tutte queste ragioni noi non apriremo per protesta il 15 gennaio, ma lotteremo perché ci venga riconosciuto il nostro valore e lotteremo per superare questo drammatico momento e tornare più forti di prima.
#iononapro

Noi del LAGO NON aderiremo al #ioapro per la protesta.

Non perché non siamo in difficoltà, o perché non siamo solidali con tutti i nostri colleghi, anzi, noi non apriamo proprio per la ragione opposta!

Perché la nostra categoria non è rappresentata da una associazione forte che ci tuteli.

Perché se lo Stato emana una legge, noi la rispettiamo.
(In un mondo ideale ci aspetteremmo anche che vari misure idonee e repentine, nonché eque e magari anche su base meritocratica anziché distribuire ristori e contentini a casaccio, ma sarebbe chiedere troppo.)

Perché non abbiamo nessuna intenzione di passare dalla ragione al torto.
Non vogliamo dare appiglio a chi non vede l'ora di trovare un capro espiatorio qualsiasi.

Sopratutto perché noi abbiamo sempre seguito tutte le regole che ci hanno imposto:

Abbiamo sanificato il locale con ditta specializzata prima di riaprire il locale.

Abbiamo sanificato ogni cosa in continuazione (sanificare tra un servizio e un altro tavoli, sedie, oliere, paniere e sanitari, era la prassi anche prima, non una novità, ma farlo ogni volta che un cliente non pensandoci appoggiava le mani, o toccava qualcosa, è stato usurante).

Abbiamo speso migliaia di euro per adeguamenti in procedure e corsi di aggiornamento anti covid, guanti, mascherine, dispenser automatici di gel sanificante, spray disinfettanti, prodotti monouso per qualsiasi cosa, dal tovagliato al sale e olio.

Abbiamo ridotto la sala da 75 posti a 34, tutti regolarmente distanziati non superiori a 4 posti, e distanziando comunque fra loro i 4 commensali se non congiunti. (Perdendo anche clienti che non accettavano il distanziamento o i tavoli divisi.)

Abbiamo chiuso quando ci hanno detto di chiudere, a volte anche con 1 giorno e mezzo di preavviso.

Abbiamo aperto quando ci hanno detto di aprire. Lavorando il triplo per non affondare.

Abbiamo lavorato da subito per offrire un servizio a domicilio, con un sistema di ordine e pagamenti online per ridurre al minimo i contatti.

Abbiamo investito in attrezzatura e formazione per lavorare meglio anziché adagiarci e lamentarci.
Noi la nostra parte l'abbiamo fatta.
In questo periodo tutto è in vendita,
ma noi non vendiamo la nostra dignità.
Non daremo la possibilità di darci degli untori, quando ormai è ben chiaro che chiudere i locali nel periodo natalizio non ha fatto altro che peggiorare la situazione, perché la gente incosciente sarà incosciente sempre, almeno qui era nostro (ingrato) compito provare a contenerla ed imporre delle regole.
È sicuro che ci siano state feste e festini in giro (e per carità, lo capisco anche), dentro le case private e non solo, che non avendo nessun tipo di controllo non hanno fatto altro che danneggiare tutti, noi in primis, perchè saremo costretti ad altre restrizioni.
Non daremo la soddisfazione di farci fare una multa e magari farci chiudere il locale facendoci passare come impostori.
Perché noi, come la maggior parte di tutti i ristoratori (non tutti ovvio, le mele marce ci sono dappertutto), siamo persone oneste, che hanno impegnato la loro vita nella propria attività, rinunciando ad una vita “normale”, con lo scopo di farla fare agli altri. Anche la domenica e nei festivi, argomento che sta a cuore a tanti e che (per nostra fortuna!) ne discutono animatamente sui social mentre sono seduti da noi per il pranzo della domenica, il pranzo di Natale o di Pasqua.
Per nostra fortuna per tutti è normale andare al ristorante nei festivi, da sempre, e non è mai venuto in mente che anche lì dentro ci sono madri e padri di famiglia, figli, persone, che rinunciano a quelle giornate con sacrificio, ma volentieri, perché abbiamo sempre riconosciuto il valore del nostro lavoro, e soprattutto perché abbiamo sempre riconosciuto il semplice valore di poter lavorare!
Non vogliamo sussidi, vogliamo lavorare nel rispetto delle norme.
Quindi a tutela nostra e dei nostri dipendenti noi non faremo l’errore di passare dalla ragione al torto!
Il problema sono i ristoranti ed i bar? Forse alcuni sicuramente.
☞ 𝘼𝙡𝙡𝙤𝙧𝙖 𝙫𝙚𝙣𝙞𝙩𝙚 𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤𝙡𝙡𝙖𝙧𝙘𝙞.
Io passerei volentieri anche il vitto ad una forza dell'ordine sempre presente a far rispettare le norme. Ci toglierebbe l'impiccio di dover fare un lavoro non nostro ma che abbiamo dovuto nostro malgrado fare in questi mesi. I controllori.
Senza però l'autorità per farlo, e nel conflitto di interessi di doverci trovare a "sgridare" alcuni nostri clienti, cosa che già snatura quello che è il nostro lavoro, basato sull'accoglienza, e tanto più un un momento di oggettiva difficoltà. Vi assicuro che non è stato per nulla piacevole.
A chi rispetta le norme, una figura di controllo fissa non darebbe alcun fastidio. Lo darebbe solo a chi non lavora a modo.
Per tutte queste ragioni noi non apriremo per protesta il 15 gennaio, ma lotteremo perché ci venga riconosciuto il nostro valore e lotteremo per superare questo drammatico momento e tornare più forti di prima.
#iononapro